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giovedì 15 dicembre 2011

Fili

C'è un cavo reciso. L'elettricità è viva, vigorosa, lo fa fremere e volteggiare nell'aria.
I fili sono scoperti, i nervi sono scoperti, il cavo reciso tocca i nervi scoperti e l'uomo impazzisce, si divincola, urla e grida strazianti escono dalla sua bocca. E' tempo di bruciare dice, le corde vocali si strappano e si lacerano in mille pezzi, le chitarre creano e disfanno, crescono e decrescono, corrono assieme e collidono, i muri ultradistorti che creano crollano su se stessi per poi innalzarsi repentinamente. C'è poi un attimo di pace, in cui tutto è nulla: riflessione, quiescenza, un sussulto, l'uomo teme che l'inferno stia per ricominciare e si accoccola, si chiude in se stesso, e difatti eccolo lì di nuovo il cavo scoperto che lo assale. La carne viva impazzisce nuovamente, i fili lo avvolgono, lo sommergono: l'uomo svanisce, tutto è nero e informe.


Dal buio piccoli scintille, infinitesimali bagliori animano l'oscurità che era caduta sul mondo. La calma si evolve lentamente in vita, la vita lentamente cresce e si sviluppa, e dal grumo nero risorge un uomo. I suoi occhi sono scintillanti come stelle, i nervi sono di nuovo scoperti.
E un cavo brilla nell'oscurità.

29.09.11


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