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giovedì 24 novembre 2011

Home away from home



Mancano ancora quasi due mesi, penso saranno giorni lunghissimi, ma poi sarà come un ritorno a casa. La mia città lontano dalla mia città, così mi piace chiamare Dùn Èideann: la conobbi per la prima volta nel 2007, e dopo tanti viaggi, tanti posti visti, tante bellezze visitate, conserva ancora un posto d'onore nei miei ricordi. Il negozio di orsetti-fai-da-te in Princess Street; il monumento eretto in onore di Walter Scott; il Waverly Bridge, ai cui angoli stavano sempre immancabili suonatori di cornamuse; i giardini attigui a Princess Street, col chiosco al centro; l'orologio floreale; la Ross Fountain; l'HMV e l'H&M; il Royal Mile e i suoi mille cunicoli, vie e viuzze; l'Avalanche Records; l'austero Castello; le vie ciottolate che conducono al suo cuore; il cimitero degli animali; il cannone che ogni dì segna le 13:00; i panorami mozzafiato; il Black Bull in Grassmarket e gli altri mille pub; il suono delle cornamuse ovunque nell'aria; il profumo d'erba bagnata e di stoffa per kilt appena lavorata; il chiacchiericcio incomprensibile e cantilenante; il piccolo Greyfriars Bobby e il suo cimitero; il negozio di vestiti del darkettone dal bellissimo accento posh; l'Arthur's Seat; Calton Hill e le sue dodici colonne; le sudate cime raggiunte a suon di bestemmie e fatica, poi rinfrancate da un'ottima birra sulla via del rientro; quel mare e quelle isolette in lontananza, che non ho potuto raggiungere ma che stavolta, spero, toccherò. Quattro anni fa Dùn Èideann fu per me questo, e molto altro che sicuramente mi sto dimenticando, ma tra non molti giorni finalmente potrò rinfrescare questi miei ricordi. E quando, dall'alto dell'aereo, comincerò a rivedere quel verde misto a marrone e grigio, metterò su questa canzone e mi abbandonerò tra le braccia della mia città lontano dalla mia città.

14.02.11

...qualche mese dopo...

Stamani alle 6:15 c'era già il sole. Il tempo di prepararmi per fare la solita passeggiata con la cucciola prima di andare a lavoro che erano le 6:15 e l'aria che filtrava attraverso le finestre del corridoio si era fatta rossastra, calda, tinteggiata com'era dalle tende color arancio. Scosto una tenda e col cane in braccio osservo quest'aria mattutina: sa di fresco, lo percepisco anche se non ho aperto la finestra, la mia cucciola in braccio osserva ipnotizzata il sole che lentamente si sta levando.
Esco dando un'occhiata di sfuggita al cielo limpidissimo, quasi estivo. Faccio due passi, sento sopra di me il verso di alcuni uccelli che si posano su un albero: alzo lo sguardo, per un attimo questo grido mi ha portato in un altro posto, un'altra città in un'altra nazione, un luogo a me carissimo. Riapro gli occhi e cerco la fonte di questo suono: peccato, non era lui...


...peccato, non trovarsi di nuovo lì...


"Slowly moving through this immensity
I fly, swimming in this darkblue sky
It's cold, I'm scared and besides rust
Even ice covers these doors"

21.04.11

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