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mercoledì 25 gennaio 2012

Buon giorno, distopia


"La vera lotta sarà nella tua testa..."
Con queste parole che rimbombano nella sua mente I. si avventura tremante nelle strette e gelide vie della stazione orbitante, una vera e propria cittadella fluttuante nello spazio profondo. Solo poche ore prima si era risvegliato intrappolato da una camicia di forza, era riuscito a fuggire dall'attacco di innumerevoli rivoltanti creature, che qualche istante prima erano persone come lui, e aveva iniziato la sua personale ricerca. Ricerca di cosa poi? Non lo sapeva neppure lui. Nella testa solo immagini di N., flashback e allucinazioni che lo tormentavano, sensi di colpa per aver lasciato morire (almeno così lui credeva) la sua fidanzata senza aver mosso un dito, senza aver impedito il suo suicidio.
I. barcolla, a ogni passo toglie la vita a persone, magari anche consocenti, che ormai di "vita", di umano, non hanno più nulla; ogni passo pare macchiarsi non tanto del loro sangue, quanto di quello di N., che come un cancro nel cervello lo ossessiona sempre di più. Nelle sue immagini anche lei non è più umana: il viso pallido è smunto e sporco di sangue rappresso, i suoi bellissimi occhi sono spariti, sosituiti da un'accecante bagliore spettrale; la sua voce, la forza che lo spingeva avanti (almeno fino al momento della suo tragico suicidio), si è trasformata in un sussurro gelido e minaccioso. I corridoi, i vetri, le stanze e le pareti della stazione orbitante sono cosparsi di sangue, membra umane, cadaveri e corpi mutilati; l'asilo nido ha perso l'odore rassicurante che aveva sempre avuto, sostituito da un tanfo di morte insopportabile, e i pianti e i vagiti dei bambini sono adesso i richiami striduli di creature pronte ad uccidere se solo si sbaglia mira e non si pone velocemente fine alla loro esistenza. Eppoi i rumori improvvisi, le urla strazianti, la disperazione che lo porta a fidarsi di persone sulle quali, in altri momenti, non avrebbe mai e poi mai puntato... E la follia umana, incarnatosi nuovamentein una setta che, con i suoi adepti, ha maledetto questa colonia spargendo il seme della pazzia e dando il via libera alle mutazioni genetiche che, di fatto, hanno generato i mostri che I. sta abbattendo uno dopo l'altro. E quando alla fine riesce a riappacificarsi con se stesso e con i propri incubi, quando crede di essere riuscito a chiedere scusa allo spettro del suo amore perduto, dandole così pace eterna, quando insomma spera che le allucinazioni siano finite, ecco che il cancro nel suo cervello riemerge più forte di prima: il seme della pazzia, materializzatosi sottoforma del ricordo di N.,  ha infettato anche lui. La malattia deve essere dunque estirpata, e sarà una cosa dolorosissima, più di qualsiasi altra ferita infertagli lungo l'estenuante battaglia che lo ha condotto fino a questo punto. E quando alla fine tutto si concluderà I. sarà ancora vivo, ma dentro di lui un ricordo sarà stato definitivamente annientato, sostituito da un vuoto, uno "spazio morto" forse mai più colmabile.
"Syklus", debutto dei norvegesi Dystopia Nå, è un album difficile da inquadrare. I nostri uniscono momenti (post) black metal a progressioni ai limiti del post metal, concedendosi anche rallentamenti quasi doom controbilanciati da parentesi ambient e rumoristiche, che rievocano scenari futuristici di asettici spazi metropolitani . Ascoltando le loro otto tracce vengono in mente Lifelover, Solstafir e Katatonia (da "Discouraged Ones" in poi), ma i riferimenti a altre band abbondano. La qualità media è buona, con ottimi spunti da una parte e brani meno incisivi dall'altra, ma in generale il combo norvegese riesce perfettamente a farsi apprezzare sin dal primo ascolto, anche se dubito possa alla lunga perdurare nei vostri stereo; vero è però che pare essere mosso da una certa inafferrabilità di fondo che, di fatto, potrebbe rivelarsi la molla che garantisce al disco ascolti maggiormente prolungati e duraturi

2 commenti:

  1. Mi fai venire voglia di ascoltarli ma a primo acchito m'hanno un po' respinto...

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  2. Beh sono strani, come dicesti bene te tendono a sfuggire, ma alcuni pezzi (come quello linkato sopra) aiutano molto a inquadrarli! Riprovaci tra qualche giorno, magari ti faranno un altro effetto!

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