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venerdì 13 gennaio 2012

2011: a (metal) retrospective

Il 2011è già alle spalle da una quindicina di giorni circa, e siamo ormai tranquillamente dentro quello che, a quanto si dice, dovrebbe essere l'anno della fine del mondo. A dirla tutta se proprio devo credere a qualcosa preferisco dare retta a quelli che sostengono che la fine del 2012 (il 21 dicembre per l'esattezza) segnerà "solo" il passaggio a una nuova era, con tutti i pro e contro che ciò potrà portare.
Ad ogni modo, questo post funge da piccola personale retrospettiva sul panorama musicale "di mia competenza" del 2011. Ovviamente non citerò tutti i migliori dischi del passato anno, ma solo quelli che più mi hanno colpito... Gli altri sticazzi! Nota a margine: devo ancora ascoltare roba dell'anno scorso, quindi potrei senza volerlo lasciar fuori album meritevoli, ma sarebbe solo per il fatto che ancora non ho avuto modo di ascoltarli.

The Flight Of Sleipnir - "Essence Of Nine": gruppo strano, un duo, se non ricordo male, il cui suono nasce dall'unione di doom, folk, black, psichedelia e stoner... Una canzone vale più di mille descrizioni.


Hands - "Give Me Rest": si potrebbe parlare per loro di post metal ma sarebbe riduttivo. Prendono le mosse da certi Isis questo è certo, maarrivano a una conclusione diversa, per certi versi quasi più pop e orecchiabile.


Ghost Brigade - "Until Fear No Longer Defines Us": La conferma di questo splendido gruppo postcore, che al terzo disco si afferma come realtà stupenda in un panorama che cominciava un po' a accusare stanchezza. Tre dischi e nessun passo falso per ora, una conferma!


Wolves In The Throne Room - "Celestial Lineage": tra i portabandiera del "nuovo" black metal americano. Sacerdoti delle foreste nordamericane, i lupi spostano a questo giro il baricentro un po' più in là, sviluppando idee e sonorità che erano rimaste in sospeso (o addirittura erano ancora in nuce) dopo "Two Hunters".

Falls Of Rauros - "The Light That Dwells in Rotten Woods": gran bella sorpresa, di nuovo proveniente dagli USA. Parliamo di nuovo di black metal, con una proposta che unisce la feralità dei WITTR ai ricami acustici e folk degli Agalloch. Davevro meritevoli di considerazione.


Falloch - "Where Distant Spirit Remain": molto dolci e pensosi, brumosi, affascinanti e con una marcia in più, (almeno per quanto mi riguarda), cioè l'essere scozzesi cosa che si sente eccome! Questo duo ha appreso bene la lezione di Alcest non c'è dubbio, il quale con il suo post black (o back gaze!) ha dato nuova linfa vitale al black metal, per certi versi dandogli nuova popolarità. I Falloch sono agressivi solo a tratti, più simili a una pioggerellina inglese che a una tempesta travolgente.


We Made God - "It's Getting Colder": li ho scoperti solo di recente, nonostante avessi il CD da mesi e lo avessi ascoltato più volte, senza mai cavarci un ragno da un buco. Islandesi, possiedono dei momenti che li elevano sopra a tante cose uscite di recente; tra Sigur Ròs, Deftones e il post metal più melodico e accessibile.


Obsequiae - "Suspended in The Brume Of Eos": sembrano (e in un certo senso lo sono!) i "compagni di classe" dei Falls Of Rauros. Per loro vale quindi quanto detto in precedenza, solo che in questo caso gli stacchi folk rievocano, più che foreste incontaminate, natura selvaggia e indomabili cascate, i ruderi di antichi castelli medievali, e hanno il sapore di muschio cresciuto su vecchi mattoni e di ferro arrugginito. Strani ma molto interessanti!


Light Bearer - "Lapsus": venuti fuori in sordina, sono forse la più bella novità in campo post metal di questo 2011.

Woods Of Desolation - "Torn Beyond Reason": splendido disco generato da una costola degli australiani Auestere. Sempre di post black parliamo, stavolta il suono dei Nostri deriva tanto dagli Alcest (per le intelaiature melodiche) quanto dagli Agalloch (per il sapore folk che certi pezzi portano con sé e per la furia di certe accelerazioni).

*Shels - "Plains Of The Purple Buffalo": questo proprio non me lo aspettavo. Loro li conoscevo solo di fama, ma questo splendido affresco di post rock "morriconiano" (o à la Godspeed You! Black Emperor, se vogliamo) me li ha fatti di corsa schizzare tra i miei dischi post rock preferiti. Magici e sognanti come pochi altri.

A Hope For Home - "In Abstraction": Anche per questi ragazzi parlare di post metal sarebbe riduttivo... Viene di avvicinarli agli Hands, non a torto, dato che condividono con essi lo stesso amore per il post rock, l'HC e la melodia. Solo che negli A Hope For Home il comparto emozionale è se vogliamo ancora più accentuato, e il disco rischia seriamente di accompagnare ogni momento della vostra giornata, dal più cupo al più solare.


 
Il 2012 già pare partire bene con i vari (Echo), Alcest, Les Discrets, Dystopia Nå! e So Much For Nothing, e se certe voci saranno confermate sono certo che le sorprese non mancheranno.

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