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mercoledì 27 marzo 2019

Asocialità e musica

Per noi asociali la musica è una benedizione divina.
Nell'ora scarsa di pausa che spezza la tua giornata lavorativa fuggi dall'ufficio alla ricerca di un po' di pace, giusto per ascoltare un po' i tuoi pensieri anziché quelli degli altri. Il "problema" si pone quando arrivi all'unico bar aperto in paese, vuoi prendere un caffè ma è pieno zeppo di colleghi. Incroci i loro sguardi, sorridi timidamente per salutarli, ma non vuoi parlare, non ce la fai proprio, non te la senti, non vuoi rompere il tuo flusso di pensieri, vuoi crogiolarti ancora per qualche minuto nella tua malinconia, nei tuoi ricordi, nel tuo isolamento.

Eppoi parte questo pezzo, e ti sembra di essere in un film.



Il pianoforte, la chitarra, le melodie ti cullano, vedi le bocche dei colleghi aprirsi al dialogo ma quello che senti è solo musica, senti finalmente quello che vuoi sentire, solo quello,
e ti piace.
Tutto si muove come in slowmotion, solo tu riesci a muoverti come se nulla fosse, fluttui in un mare che non ti tocca, ci sei ma non ci sei, ne sei immerso ma è come se tu ne fossi impermeabile,
e ti piace.
Ultimamente penso davvero che sarei una persona diversa senza la musica, più povera, più uguale a tante altre, e invece, per fortuna, riesco ancora a ritrovarmi.

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