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martedì 19 marzo 2019

Il Giardino dell'Abbandono



Lo chiamavano il "Giardino dell'Abbandono" perché chi vi accedeva riusciva ad abbandonare tutte le sue paure, le preoccupazioni, le angosce. In questo giardino Proserpina era solita abbandonarsi a danze e risate con le sue sorelle, ingenuamente incurante del male, del dolore e della sofferenza che serpeggiavano all'esterno del Giardino, che tentavano invano di scavalcare le alte mura arrampicandosi come edera malvagia. Figlia di Cerere e Giove, mora, la pelle pallidissima infiammata da labbra e guance rosso sangue, gli occhi verdi smeraldo, svettava sulle sue sorelle per bellezza e grazia.
C'era una grotta in questo Giardino, nella quale le fanciulle non andavano mai: buia, umida, incorniciata dall'edera, sembrava emanare qualcosa di tremendo e arcano: era la porta degli Inferi, messa lì a monito della caducità della bellezza e della vita: il "Giardino dell'Abbandono" era un Eden per le creature non umane come Proserpina, ma per i comuni mortali assumeva i tratti di un luogo di passaggio, un momento di estrema libertà e vita immediatamente precedente l'abbandono dell'esistenza.
Dalla fredda grotta occhi rosso fuoco scrutavano bramosamente la vita nel giardino: Plutone, re degli Inferi, stanco della continua tenebra e del dolore nell'essere reietto in un mondo di tristezza e sofferenza, agognava la gioia e la felicità incarnate nelle fanciulle che popolavano il florido prato. Tra queste creature il Demone voleva Proserpina, si era innamorato della sua grazia, delle sue eteree fattezze, della sua leggiadria, la voleva a suo fianco per regnare all'Inferno, nella speranza che la ragazza potesse portare un po' di sole nella sua non-vita. E così un giorno uscì dalla grotta, sorprendendo la fanciulla che era seduta a raccogliere violette: la strinse in un abbraccio e incurante delle urla fuggì con lei nel suo Regno.
Nel regno delle Tenebre il Demone cercava di far sentire la ragazza a suo agio, le portava fiori, che però morivano dopo pochi istanti causa la mancanza di luce ed il troppo calore; le portava animali, che presto si fiaccavano per l'assenza di aria pulita; le portava cibi, che lei rifiutava perché sapeva che, una volta accettato qualcosa da mangiare dal regno degli Inferi, quella sarebbe stata per sempre la sua dimora.
E così il tempo passava, e Cerere, madre di Proserpina, non vedendola più iniziò a cercarla: la sua rabbia e angoscia aumentavano ogni giorno di più, smise di interessarsi al mondo, e così iniziarono carestie e siccità. L'umanità periva pian piano e Giove, per cercare di porre un freno a queste sofferenze, inviò il suo messo Mercurio a cercare la giovane: quando questi riuscì finalmente a trovarla non riconobbe nei suoi occhi la luce smeraldina che la contraddistinguevano. Per la troppa fame la fanciulla aveva infatti ceduto e aveva mangiato un chicco di melagrana, di fatto condannandosi ad essere sposa di Plutone e a non abbandonare più il regno delle Tenebre.
La furia di Cerere non si placò nel sapere la triste sorte riservata a sua figlia, e i giorni di carestia si trasformarono in mesi. Giove, arbitro della vicenda, impose quindi una condizione, che avrebbe di fatto messo d'accordo Plutone e Cerere: Proserpina avrebbe trascorso sei mesi nel mondo dei vivi, con sua madre nel Giardino dell'Abbandono, e sei mesi in quello dei morti, a regnare con Plutone negli Inferi.
Insieme sarebbe stata Regina dell'Estate e Padrona dell'Inverno, e quegli occhi color smeraldo non tornarono mai più a brillare come una volta, nemmeno quando erano illuminati dalla calda luce del sole.
"The Garden of Abandon" è la seconda prova a firma Monastery, monicker dietro il quale si nasconde Robb Kavjian dei 1476. Come nel precedente "Peculiar Storms" siamo di fronte a un album i cui riferimenti musicali possono essere ricercati nella musica ambient con inserti elettronici, folk e synth. Sebbene la critica faccia rientrare il genere proposto dall'Artista come "dungeon synth" sono totalmente assenti i connotati cupi e oscuri che caratterizzano gran parte dei questo genere: sarebbe quindi quasi più corretto parlare di "Fantasy Synth", a patto che esista questa etichetta.
Principale fonte di ispirazione di questo album è l'arte dei Preraffaelliti: il Nostro ha sviluppato una sorta di concept che dona una forma letteraria e musicale a questo affascinante movimento pittorico inglese, creando un mondo magico e delicato nel quale prendono vita personaggi storici, mitologici o delle favole. Valore aggiunto sono l'artwork del disco e i testi scritti a commento di ogni pezzo, necessari per rendere al meglio l'atmosfera che si vuole ricreare con la musica proposta.
Si tratta di un ascolto adattissimo a questa stagione, quando i rigori invernali lasciano il passo alle miti temperature primaverili, e la Natura si sta risvegliando pronta a raccontarci le storie meravigliose che ha sognato durante i suoi mesi di riposo.

The Garden of Abandon

https://www.debaser.it/monastery/the-garden-of-abandon/recensione

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