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venerdì 22 marzo 2019

So the story goes, and there will be fireworks, eventually



Da cosa ci rendiamo conto che siamo diventati "grandi"?
E' iniziato tutto con un sogno, nel quale, dopo quasi venti anni, riuscivo ad organizzare una cena di classe con i vecchi compagni delle superiori. La sera ci dovevamo incontrare nella Piazza della città, arrivando li vedo, sparpagliati qui e là, ne saluto uno, poi un altro, poi vedo il mio vecchio compagno di banco e ci abbracciamo di corsa dandoci qualche cazzotto nelle costole, come facevamo da ragazzi, in maniera bonaria. E' una sensazione strana, bellissima, calda, molto da teen movie se vogliamo, ma è appagante. Alla fine è un sogno, quello che vorremmo che fosse e che spesso invece non è.
Ci accorgiamo che siamo "grandi" quando, passando con la macchina di fronte alla casa dove siamo cresciuti, una marea di ricordi ti invadono la mente. Quando passavi i pomeriggi a giocare a calcio fuori, o a giocare alla Playstation, o quando interrompevi i compiti alle 16:30 per guardare Holly e Benji, o quando dovevi prepararti per la seconda prova di maturità, quella di matematica, ma poi se ne usciva tuo babbo con una boccia di vinsanto trovata chissà dove, e allora ciao compiti... In tutto due costanti, amici e una innocenza e una giusta noncuranza del domani, perché, appunto, era domani, e oggi c'erano altre cose da fare.
Ti accorgi che sei cresciuto quando perdi un genitore e il suo ricordo ti assale nei momenti in cui meno te lo aspetti, o quando devi comprare casa e ti senti piccolo piccolo, inadatto alla vita e alle sue sfide. Quando basta poco per commuoversi, una canzone, un disco suonato nel momento in cui sei più fragile, in cui ti senti più nudo di fronte a tutto e tutti. Quelle canzoni sono carezze, sono pacche sulle spalle, sono persone che ti dicono "è la vita, ci sono passati tutti, ce l'hanno fatta tutti, è normale che sia così". Quelle canzoni così semplici, eppure così coinvolgenti, così vere, come se le avessi scritte te se solo avessi saputo scrivere un po' più decentemente.
Stai crescendo quando ti rendi conto che è molto più facile commuoversi per la nostalgia delle cose che hai vissuto, dei ricordi, piuttosto che piangere lacrime di felicità per le cose che sai che succederanno, magari a breve, ma delle quali hai ancora tanta paura. Hai abbandonato infanzia e adolescenza quando aumentano sì le responsabilità, ma soprattutto aumentano le paure, soprattutto quella di deludere chi ti ama, chi ti sta vicino, e di deludere anche te stesso, gli ideali con i quali sei cresciuto, le cose che ti hanno detto e che ti hanno formato.
Non si è per sempre bambini, e chi dice di esserlo è un cazzaro. Si può però cercare di rivivere per un attimo quelle sensazioni, ricordando, piangendo, guardando un film, ascoltando un disco, o semplicemente abbracciando un vecchio amico, anche se solo in sogno. Ed è bello come il disco di una band sconosciuta ai più, forse adesso sciolta, mi abbia fatto riflettere su queste cose.
Scozzesi di Glasgow i There Will Be Fireworks escono nel 2009 con il loro primo omonimo full lenght. Il disco grazie al quale li ho conosciuti, il già recensito "The Dark Dark Bright", è forse l'apice della loro (breve, va detto) carriera, ma già in questo lavoro ci sono picchi di emotività e di classe rilevanti. Il loro è un post rock non strumentale, con un cantato che ricorda ora un Damien Rice, ora i Brand New, mentre la struttura portante dei pezzi è un saliscendi di emozioni, pause, accelerazioni, corse e rifiatate, tanto care ai conoscitori degli Explosions in the Sky.
Come ho già avuto modo di segnalare nel precedente scritto i Nostri hanno l'innata capacità di saper emozionare in maniera semplice, con piccole cose dal sapore universale e condivisibile. Fanno quella specie di "magia" grazie alla quale, con una combinazione di note, riescono a farti pensare a cose anche lontane dal testo del pezzo che stai ascoltando in quel momento, e ti fanno sciogliere come neve al sole, ti permettono di parlare con te stesso.
Non so dove siano ora questi ragazzi, se la band sia ancora attiva o se si sono divisi, online si trova poco... Ma sarò sempre debitore nei confronti della loro musica, che sa esserti amica senza chiederti nulla in cambio.

So the Story goes

https://www.debaser.it/there-will-be-fireworks/there-will-be-fireworks/recensione

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