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giovedì 16 febbraio 2012

La prima cosa bella

Passi otto/nove ore chiuso tra quattro mura, costretto al tuo lavoro giornaliero; ti becchi infamate, sfoghi, rimproveri da colleghi per cose che nemmeno ti dovrebbero interessare, dato che non sei te il diretto interessato ma altre persone... Ma si sa, certe cose fanno prima a cascare verso il basso, verso l'ultima ruota del carro (o lo stronzo che tanto si sa che si rimbocca le maniche e si fa il lavoro degli altri pur di rimettere tutto a posto), certi rimproveri non salgono mai verso l'alto, difficilmente si muovono orizzontalmente, scendono giù piombate.
Ma la prima cosa bella è vedere che, alle 17:45, una volta chiuso alle tue spalle (e fino al giorno dopo) il portone con un po' di straordinario alle tue spalle, alzi gli occhi al cielo e vedi che è ancora quasi giorno, che i lampioni potrebbero starsene spenti, e che c'è ancora un filo di luce nel gelido cielo di febbraio. Ed è allora che, ne sei certo (ma in fondo non avevi mai avuto grossi dubbi in merito), la vita è fuori da quelle mura, e che anche un solo di raggio di sole nel crepuscolo invernale può spazzare via nove ore di stress, liti e persone frustrate e insoddisfatte. Almeno fino al giorno dopo.

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