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giovedì 1 dicembre 2016

Fields of Gold




"8 luglio 1890

Theo, fratello mio, oggi mi sentivo stanco, più stanco del solito, ciò nonostante ho deciso lo stesso di uscire, tela e pennelli alla mano, e di dirigermi verso i campi di grano, quelle sterminate distese di fragile oro che tanto mi affascinano. E nulla importa se fa caldo: sentivo la necessità di sedermi in mezzo a quelle spighe, e di perdermi tra l'oro e il blu del cielo.
Una volta arrivato mi sono reso conto che la natura intorno mi stava parlando; anzi, di più, mi stava come leggendo nell'anima. Sai quanto la rispetti, quanto veda nelle sue azioni un fine a noi superiore, che nessuno riesce a capire, ma mai fino ad oggi ero riuscito a provare un simile terrore di fronte ad essa. I campi di grano sembravano di colpo vasti, senza fine, i tre sentieri, che tante volte ho percorso, sembravano adesso arzigogolati e senza una meta precisa, confusi. Il cielo, che inizialmente sembrava azzurro, aveva di colpo iniziato ad incupirsi, con delle nubi oscure e minacciose che sembravano essere pronte a scaricare il loro odio e la loro furia contro l'oro in terra. Per un attimo mi sono sentito come quell'uccellino in gabbia di cui ti avevo parlato tempo fa, impotente mentre fissa, oltre le sbarre della sua cella, un cielo turgido e tempestoso, e si sente debole, vittima del suo stesso fato. E quei corvi, quello stormo nero che sembrava impazzito, essi stessi apparentemente sopraffatti dall'imminente fiamma della tempesta, quei corvi mi facevano impazzire, e il loro gracchiare beccava fuori dalla mia testa cattivi e oscuri presagi.
Questa è la mia vita Theo, questo è quello che provo adesso, e la natura lo sta gridando al mondo al posto mio: mi sento triste, solo, abbandonato di fronte al nulla e al fato.
Sono disperato, non vedo via di uscita, ma sono convinto che questo quadro che ti sto lasciando saprà dirti ciò che io a parole non ti so dire.
Un abbraccio, Vincent."

Dietro il monicker Chiral si nasconde il talentuoso Teo, polistrumentista piacentino autore con questo "Gazing Light Eternity" del suo secondo full (escludendo demo, EP e progetti paralleli). Un primo ascolto delle quattro lunghe tracce del presente lavoro già permette di individuare i tratti principali della sua proposta: Chiral suona un black metal atmosferico ossessivo, dilaniante nella sua ripetitività, figlio dei vari Lustre e della scena depressive australiana. Non mancano i riferimenti al timor panico cascadiano, che emerge sia nei paesaggi bucolici ed arcani tratteggiati dalla sua musica che negli inserti più folk-oriented, dove prende il sopravvento l'amore per la chitarra acustica e per le trame neo folk tanto care, ad esempio, agli Agalloch.
"Gazing Light Etenity" è un disco complesso e sfaccettato: meditativo e al tempo stesso avvilente, inquieto e contemporaneamente piacevole perché specchio dei nostri pensieri. E' un lavoro da tener caro per i periodi più freddi dell'anno, quando le belle giornate di sole sono accompagnate dal gelido vento invernale, o quando agli ultimi tepori autunnali fa da controparte il freddo tappeto di foglie morte che calpestiamo a terra. Una realtà musicale del panorama black nostrano da tenere sicuramente d'occhio.

Gazing Light Eternity

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