Thränenkind - "The Elk"
Splendido LP di esordio di questi tedeschi, a grandi linee facenti parte del post black metal, anche se ascoltandoli non tardano a saltare all'orecchio tante altre influenze del gruppo: depressive (rock e metal che sia), post hardcore, post rock, il tutto si mischia in maniera uniforme in questo lavoro. Le canzoni si susseguono mantenendo un mood disperato e malinconico di fondo, ma mutando di volta in volta il modo in cui questo viene comunicato: all'orecchio giungono echi di Katatonia (fase "mediana"), Lantlos, Amesoeurs, Fall Of Efrafa, The Elijah, Explosions in The Sky, band molto diverse tra loro che paiono aver trovato un tratto comune in questo disco.
Album che cresce alla distanza e rimane intatto nel tempo, basta solo farvi catturare dalle sue grigie trame.
Locrian - "Return To Annihilation"
I Locrian hanno saputo mettere in musica l'annientamento, la nebbia, la paura e la sensazione di impotenza di fronte a un qualcosa più grande di te. Senza guardare in faccia a nessuno, senza cercare per forza consensi, i Nostri colpiscono l'ascoltatore con un maglio fatto di black metal, noise, ambient, post rock e drone, giungendo addirittura a lidi psichedelici stranianti a spaziali (devono aver ascoltato "A Saucerful Of Secrets"!!!): il risultato? "Return to Annihilation" spiazza dall'inizio alla fine, impaurisce ed irretisce, è una continua sorpresa anche se lo hai già ascoltato venti volte, e ti costringe quasi a premere nuovamente "play" una volta che è terminato. Straziante e lacerante.
Lux Interna - "There is Light in the Body There is Blood in the Sun"
Che sorpresa! I Lux Interna sono un combo di Neofolk made in USA, un gruppo che, nonostante suoni un genere a me abbastanza lontano (nonostante sia una delle radici di molti gruppi che ascolto), mi hanno colpito e stregato sin da subito. Merito dell'aspetto rituale e purificatorio della loro musica, sebbene presenti una certa oscurità di fondo che è rintracciabile, se spogliati dal black metal, anche in band come Alda, Wolves in The Throne Room e simili (quindi comunque gruppi “cascadiani”, della zona del Pacific North West).
Per ricreare le caratteristiche vincenti citate poco sopra i Nostri si sono basati molto sulla ripetizione continua di strutture e voci e sull'uso di strumenti “tipici” della cultura delle First Nations, appagando l’ascoltatore donandogli un senso di pace e di unione con la natura; la voce del cantante poi molto mi ha ricordato il Lanegan di “Bubblegum”, il Cave delle “Murder Ballads” e, a sprazzi, anche il Lou Reed di “Venus in Furs”.
Insomma, una proposta interessante da provare sia per gli amanti del (Neo)folk che per quelli del black Cascadian, che magari possono ritrovare in questo disco le stesse sensazioni provate con altre band.
Apocynthion - "Sidereus Nuncius"
Post black metal sulla scia di Alcest, Amesoeurs, Austere, Les Discrets, Lantlos... Ma non solo. Con "Sidereus Nuncius" gli spagnoli ci trasportano in una dimensione priva di coordinate spaziotemporali, cullandoci con ritmiche ipnotiche tipicamente darkwave e sferzandoci con improvvise accelerazioni black, e regalandoci un lavoro che è uscito in sordina ma che in poco tempo si è fatto conoscere ed apprezzare da un pubblico (relativamente, per il genere suonato) vasto.
Sadhaka - "Terma"
Poteva mancare il Cascadian Black Metal in questa lista? Ovviamente no! Dal nulla sono spuntati questi Sadhaka, che con "Terma" hanno saputo donarmi un disco che è entrato direttamente tra i miei preferiti nel genere. Non siamo di fronte a dei novellini: nel gruppo militano membri dei già più conosciuti Fauna, che qui sono citati nel loro spiccato sciamanesimo, componente fondamentale della musica dei Nostri assieme alla rabbia tipica dei Wolves in the Throne Room, alla furia cieca degli Addaura e all senso della melodia e dell’atmosfera tipico degli Alda o degli Skagos.
Dopo "Terma" sono spariti nuovamente nel fitto delle foreste del nordovest... Speriamo per registrare un nuovo capolavoro!
SADHAKA
Fauna - "Avifauna"
Eccoli anche i Fauna, citati nell'articolo sopra riportato, tornati alla ribalta dopo alcuni anni di anonimato e finalmente in grado di regalarci un disco di Cascadian Black Metal veramente imponente, sia da un punto di vista musicale che per il minutaggio (i pezzi vanno dai 17 ai quasi trenta minuti di durata). Questa scelta non costituisce un tentativo di "allungare il brodo" ma permette alla band di dispiegarsi in tutto suo crescendo emotivo, partendo magari da una semplice base acustica, o da un cinguettio di uccelli, per poi crescere di intensità con ritmiche che rievocano rituali sciamanici o paesaggi notturni caratterizzati da una natura imperante. Se cercate la traduzione del termine "sciamanico" in musica ascoltatevi "Avifauna".
FAUNA
Amiensus - "Restoration"
Il 2013 è stato l'anno della Pest Productions, etichetta cinese che ha messo a segno un colpo dietro l'altro (Apocynthion e Sadhaka fanno parte del suo rooster assieme ad altre realtà molto interessanti come Vallendusk o Stellar Descent), e gli Amiensus rientrano di diritto tra i loro gruppi più promettenti.
Questi ragazzi suonano quello che a un primo ascolto sembrerebbe essere un Symphonic Black Metal sulla scia degli Emperor, ma basta solo ascoltare la tracklist del loro "Restoration" per capire che non c'è solo questo: c'è una forte attrazione nei confronti del progressive, del folk, del Cascadian, il tutto collegato da uno spiccato senso della melodia che in più di un'occasione colpisce diritto il bersaglio.
Non bollateli come cloni ma date loro tempo di crescere dentro di voi, e capirete di avere tra le mani un lavoro davvero degno di nota!
Sombres Forêts - "La Mort du Soleil"
I Sombres Forêts sono il progetto di Annatar, musicista del Québec già visto all'opera nei Miserere Luminis: due band queste che, assieme ai Gris, costituiscono una triade di tutto rispetto nel panorama black di questa regione del Canada. "La Mort du Soleil" è un disco dirompente nella sua disperata teatralità, sontuoso, sofferente e colto, un disco forse meno intransigente dei Gris, forse meno avanguardistico dei Miserere Luminis (ma guai a non definirlo ricercato!), ma di gran lunga, almeno per me, più fruibile, distruttivo (sul piano psicologico) e coinvolgente. E quella copertina poi ne è degna presentazione e sintesi.
Encircling Sea - "A Forgotten Land"
Si può suonare "cascadiani" pur vivendo dall'altra parte di queste zone? La risposta è sì, se si segue quanto fatto dagli australiani Encircling Sea. Se si ignora infatti la provenienza geografica dei Nostri questo "A Forgotten Land" sembrerebbe quasi essere frutto del sottobosco del nordovest americano, tale è la potenza e il senso di ritualità e comunione con la natura ricreato dalla band. Brani che partono lenti, crescono grazie a riff che si assommano e si fondono gli uni con gli altri, per poi esplodere, annodarsi attorno al tuo collo, e rilasciarti solo quando sei a un passo dal soccombere. Passionali e feroci.
Hanging Garden - "At Every Door"
Abbandonati i canonici e sicuri lidi del doom death che ne ha accompagnato gli esordi, i finlandesi Hanging Garden hanno raggiunto la maturità con questo lavoro, trovando quella che forse è la loro vera natura. Unendo la base doom che da tempo li caratterizza con le progressioni del post metal e la nebbia tipica della darkwave (i The Cure spuntano un po' ovunque!) questi ragazzi hanno saputo finalmente dare un senso alla loro musica, rendendola finalmente riconoscibile e distinguendosi dalla massa. "At Every Door " è un lavoro spiazzante, pesante e leggero al tempo stesso, ora impalpabile, ora denso e ben presente, di sicuro una sorpresa!
Regarde Les Hommes Tomber - "Regarde Les Hommes Tomber"
Altra etichetta che ho imparato a tenere d'occhio, la Debemur Morti ha pubblicato l'omonimo esordio dei Regarde Les Hommes Tomber, ed ha fatto centro.
Tellurici e apocalittici i Nostri si muovono con eccezionale maestria nelle lande infuocate i cui cancelli ci furono aperti ormai qualche anno fa dai Neurosis, facendosi largo tra lo zolfo e le fiamme di una civiltà sull'orlo del collasso a forza di riff post metal e ritmiche black metal. Il suono del crollo della Torre di Babele?
The Flight Of Sleipnir - "Saga"
A sorpresa nel 2013 si sono rifatti vivi anche i "miei" amati The Flight Of Sleipnir, con un lavoro forse meno sanguigno del precedente "Essence Of Nine", ma non per questo meno affascinante. Fautori di un misto tra doom classico, stoner, epic metal, folk, psichedelia e black metal (quest'ultimo solo nella voce e in qualche sfuriata), i Nostri hanno in questo lavoro data maggiore rilevanza al comparto folk e epic, consegnandoci un lavoro forse un po' più atmosferico e fumoso, che comunque lascia trasparire la classe del gruppo e che si fa ascoltare dall'inizio alla fine stregando senza troppa fatica.
Vattnet Viskar - "Sky Swallower"
Altra band USA in grado di regalare brividi agli amanti del "nuovo corso" del black metal... Non siamo in territori Cascadian ma più post black, eppure il risultato non cambia: furia e sezioni ipnotiche e atmosferiche si alternano con estrema fluidità all'interno dei pezzi di questo gruppo, che di certo non inventa niente di nuovo, ma sa donare emozioni forti a chi è alla ricerca di un black un po' più raffinato e non "semplicemente" grezzo e veloce.
...che annata ragazzi!!!
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