Faceva un bel caldo quella mattina di
agosto. Sentivo le cicale cantare in lontananza mentre me ne stavo
seduto sugli scaloni della banca, attendendo che aprisse, prima di
recarmi a lavoro. C'era una leggera brezza nell'aria, il cielo era
parzialmente velato ma non minacciava pioggia... Eppoi un bagliore
accecante, un turbine di vento dalla forza indescrivibile, frantumò
ogni atomo del mio corpo, e mi sciolse nell'aria: solo la mia ombra
testimoniò la mia presenza sul freddo marmo dei gradini di quella
banca, che l'esplosione rase totalmente al suolo.
Quella tegola doveva essere sistemata:
appena seppi che l'indomani non avrebbe piovuto preparai tutti i miei
attrezzi ed andai a dormire. La mattina appoggia la scala al tetto,
poi rientrai in casa per prendere il necessario e uscii nuovamente.
Avevo appena messo un piede sulla scala
quando vidi con la coda dell'occhio l'ombra che proiettavo in terra
espandersi a dismisura: mi voltai verso quello che credevo essere il
sole ma sentii la mia retina bruciarsi immediatamente. Non ebbi il
tempo di gridare, di me non rimase che il vapore, e un'ombra fusa
assieme a quella della scala appoggiata al muro di casa.
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