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martedì 19 gennaio 2021

Ways of hearing

 



Modi di sentire, modi di ascoltare. 

Ci sono modi di percepire che inizi a conoscere quando sei già “grande”, quando ti trovi in situazioni tali da sviluppare sensi e percezioni che fino a pochi giorni prima non conoscevi, se non per sentito dire. Inizi allora a sentire attraverso il contatto con gli occhi, attraverso piccoli gesti prodotti da un esserino che nemmeno esisteva qualche mese fa. Ti perdi in degli occhioni marroni e profondi, tanto diversi dai tuoi eppure tanto familiari poiché in essi rivedi la persona con la quale hai giurato di trascorrere la tua vita. Un modo di sentire anomalo, un linguaggio sconosciuto che impari giorno dopo giorno, fatto di sguardi, di ricerca, di muta intesa e di rassicurazione, una lingua semplice eppure tremendamente ostica perché è profonda, è innata, ma l’hai dimenticata.

Manine che ti cercano quando quegli occhioni non ti vedono, o semplicemente non si ritrovano nei tuoi. Lavori al pc, assorto nei tuoi pensieri, quando ti senti strattonare dolcemente i pantaloni: guardi in basso e rieccoli quegli occhioni che ti chiamano e ti chiedono un po’ di attenzione. Manine che ti cercano quando quegli occhioni hanno paura, hanno bisogno di rassicurazioni, quando ti chiedono: “babbo, va bene, mi posso fidare?” E tu cerchi di rispondere come puoi, col contatto, con le parole, arrabattandoti come puoi sperando che l’esserino che hai davanti capisca cosa vuoi dirgli.

Ci ho messo otto mesi per capire che qualcuno mi stava parlando, ci ho messo otto mesi per imparare a sentire oltre i pianti, i risvegli notturni e le arrabbiature, ci ho messo otto mesi per intuire che ci sono altri modi di sentire e altri modi di ascoltare, ma ne sta dannatamente valendo la pena. 

Si intitola “Ways of Hearing” l’ultimo lavoro degli americani The goalie's anxiety at the penalty kick. Nome bizzarro, che ha subito colpito la mia attenzione. Non ricordo come ho fatto ad imbattermi in questa band originaria di Philadelphia, ma la foto sul loro Bandcamp prima ancora della descrizione già mi parlava: una foto fuori fuoco di sei ragazzi semplici, sorridenti, nel cortile di una casa, e la scritta sotto, “music for winter”, un invito a nozze per la mia sensibilità romantico tardo autunnale. Schiaccio play e parte la magia: emo (quello dolce, sussurrato, arpeggiato), indie, post rock strumentale, tutti quei generi che mi hanno accompagnato nei primi anni Duemila, immediatamente si riaffacciano in dieci delicate tracce sottili come un raggio di sole in una gelida giornata invernale, che sa arrivare al cuore e riscaldare meglio di una giornata estiva. Brand New, There Will Be Fireworks, Empire! Empire!, Carissa’s Wierd, questi e altri sono i nomi che mi vengono in mente mentre le canzoni scorrono veloci, il tempo passa e io mi ritrovo a riflettere su quanto sia cambiata la mia vita ultimamente.

Un disco incredibile, che conquista con parole dolci, abbracci e calore, qualcosa che mi mancava e che mi serviva per tradurre in musica tante emozioni fin troppo sopite.

God's Country

https://www.debaser.it/the-goalies-anxiety-at-the-penalty/ways-of-hearing/recensione