Translate

martedì 20 luglio 2021

Quando l'Oscurità arriva




Quando l'oscurità arriva devi essere pronto ad affrontarla, a farla tua, abbracciarla e viverla senza farti inghiottire, se vuoi rivedere l'alba. Devi avere un fuoco dentro, una luce in grado di illuminarti la via: non è necessario che tu possa vedere lontano, basta solo riuscire a capire dove poggi i piedi, passo dopo passo, per non finire in qualche baratro.

Quando l'oscurità arriva spesso è accompagnata dal vuoto, una sensazione di apatia, desolazione, sconforto e impotenza nei confronti di qualcosa che percepisci essere più grande di te. Ed è lì che il tuo fuoco deve brillare più ardentemente, è lì che rischi davvero di "cadere".

Quando l'oscurità arriva capita che si porti via un pezzo di te, o del tuo cuore, per lasciarti in cambio, appunto, il vuoto. Gli abbracci vengono a mancare, le carezze e le parole dolci restano solo un ricordo, e un ciclo vitale si compie con la terra che torna ad abbracciare un suo figlio, solo momentaneamente ceduto in prestito alla vita.

E cosa rimane poi? Il silenzio, che non è vuoto, attenzione. Il silenzio porta con sé tanti significati, tanti sussurri, domande e pensieri, che si rincorrono nella tua testa per mesi, anni forse, prima che tu riesca a districarti nel gomitolo dei ricordi e a dare un senso a quello che è successo. E solo allora la tua luce interna potrà affievolirsi, solo momentaneamente, per cedere il passo al giorno che sorge. Ma la luce sarà sempre lì, una fiammella vigile pronta a intervenire quando l'oscurità si affaccerà nuovamente alla tua vita.

Dietro Höstblod si nasconde Johan Nillsson, musicista svedese che arriva a questo progetto di matrice assimilabile al black metal solo per necessità espressiva, per sfogo. "Mörkrets intåg", approssimativamente traducibile con "Quando arriva l'Oscurità", è il suo primo full, un fulmine a ciel sereno che colpisce per l'urgenza espressiva che lo guida e che lo permea attraverso le sei tracce che compongono il disco. Un black "depressive" per dare qualche coordinata in più, ma nemmeno tanto: fortemente atmosferico, cangiante e progressivo con sfumature che virano sovente verso partiture di chitarra classica così dannatamente malinconiche e autunnali. E anche lo scream lascia spesso il passo a un clean intenso ed emozionante.

Il disco è stato scritto in un periodo in cui era stata diagnosticata una malattia alla madre di Johan, che poi ne ha causato la dipartita: chiaramente dentro questi pezzi c'è tutta la rabbia e la tristezza del musicista, ma servono anche da valvola di sfogo, da rito di passaggio per esorcizzare questo male.

E' difficile per me parlare di un disco del genere sia per motivi personali, sia perché un ascolto di questo tipo non si presta alla stagione estiva. Eppure  "Mörkrets intåg" coglie nel segno, tocca corde profondissime e si fa ascoltare con piacere, confermandosi un ascolto caldamente consigliato a chi ama queste sonorità ma ha anche una mentalità aperta per andare oltre.

Höstblod 

https://www.debaser.it/hoestblod/moerkrets-intag/recensione

martedì 19 gennaio 2021

Ways of hearing

 



Modi di sentire, modi di ascoltare. 

Ci sono modi di percepire che inizi a conoscere quando sei già “grande”, quando ti trovi in situazioni tali da sviluppare sensi e percezioni che fino a pochi giorni prima non conoscevi, se non per sentito dire. Inizi allora a sentire attraverso il contatto con gli occhi, attraverso piccoli gesti prodotti da un esserino che nemmeno esisteva qualche mese fa. Ti perdi in degli occhioni marroni e profondi, tanto diversi dai tuoi eppure tanto familiari poiché in essi rivedi la persona con la quale hai giurato di trascorrere la tua vita. Un modo di sentire anomalo, un linguaggio sconosciuto che impari giorno dopo giorno, fatto di sguardi, di ricerca, di muta intesa e di rassicurazione, una lingua semplice eppure tremendamente ostica perché è profonda, è innata, ma l’hai dimenticata.

Manine che ti cercano quando quegli occhioni non ti vedono, o semplicemente non si ritrovano nei tuoi. Lavori al pc, assorto nei tuoi pensieri, quando ti senti strattonare dolcemente i pantaloni: guardi in basso e rieccoli quegli occhioni che ti chiamano e ti chiedono un po’ di attenzione. Manine che ti cercano quando quegli occhioni hanno paura, hanno bisogno di rassicurazioni, quando ti chiedono: “babbo, va bene, mi posso fidare?” E tu cerchi di rispondere come puoi, col contatto, con le parole, arrabattandoti come puoi sperando che l’esserino che hai davanti capisca cosa vuoi dirgli.

Ci ho messo otto mesi per capire che qualcuno mi stava parlando, ci ho messo otto mesi per imparare a sentire oltre i pianti, i risvegli notturni e le arrabbiature, ci ho messo otto mesi per intuire che ci sono altri modi di sentire e altri modi di ascoltare, ma ne sta dannatamente valendo la pena. 

Si intitola “Ways of Hearing” l’ultimo lavoro degli americani The goalie's anxiety at the penalty kick. Nome bizzarro, che ha subito colpito la mia attenzione. Non ricordo come ho fatto ad imbattermi in questa band originaria di Philadelphia, ma la foto sul loro Bandcamp prima ancora della descrizione già mi parlava: una foto fuori fuoco di sei ragazzi semplici, sorridenti, nel cortile di una casa, e la scritta sotto, “music for winter”, un invito a nozze per la mia sensibilità romantico tardo autunnale. Schiaccio play e parte la magia: emo (quello dolce, sussurrato, arpeggiato), indie, post rock strumentale, tutti quei generi che mi hanno accompagnato nei primi anni Duemila, immediatamente si riaffacciano in dieci delicate tracce sottili come un raggio di sole in una gelida giornata invernale, che sa arrivare al cuore e riscaldare meglio di una giornata estiva. Brand New, There Will Be Fireworks, Empire! Empire!, Carissa’s Wierd, questi e altri sono i nomi che mi vengono in mente mentre le canzoni scorrono veloci, il tempo passa e io mi ritrovo a riflettere su quanto sia cambiata la mia vita ultimamente.

Un disco incredibile, che conquista con parole dolci, abbracci e calore, qualcosa che mi mancava e che mi serviva per tradurre in musica tante emozioni fin troppo sopite.

God's Country

https://www.debaser.it/the-goalies-anxiety-at-the-penalty/ways-of-hearing/recensione