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martedì 10 aprile 2018

Romanticismo inglese



Se c’è una cosa che la musica sa fare è riunire sensazioni, ricordi ed emozioni: bastano poche note, qualche arpeggio di chitarra, e se le corde toccate sono quelle giuste in un attimo possono riaffiorare alla mente fotografie, odori, rumori, scene vissute e momentaneamente riposte in qualche cassetto della memoria.
Songs from the Fyrgen” è un inno all’Inghilterra, al suo folklore, alla sua storia certo, ma per come lo vivo io, per le esperienze che ho vissuto e che fortunatamente ancora vivo, è soprattutto la celebrazione della Natura inglese. “Heathen folk music”, tre parole che ricorrono spesso quando si parla di Dan Capp e della sua creatura Wolcensmen, e la definizione è quanto mai corretta. Se si vogliono fare dei parallelismi possiamo dire che la one-man band britannica innesta un processo di revival della musica folk “ancestrale” o comunque “pre-cristiana” inglese simile a quanto fanno i Wardruna per quella norvegese. Sono del parere che per parlare di musica in maniera efficace si devono anche mettere in gioco altri sensi e sensazioni, e non essendo così familiare con la penisola scandinava così come lo sono per a terra di Albione non posso espormi più di tanto. Posso però dire questo: “Songs from the Fyrgen” è un bellissimo e mutevole dipinto raffigurante l’aspetto bucolico della campagna inglese, cangiante come il suo clima, capace di sorprenderti con piccolissime gioie e di riscaldarti con semplici gesti.
Posso vederle le brughiere nebbiose nelle quali pascolano, indisturbati, cervi e mucche: la mattina è fresca e la nebbia lascerà presto il posto alla rugiada che si depositerà sull’erba verdissima e perennemente fradicia. Intorno a te quell’odore di legno, di terra, di pietre coperte di muschio, i muri a secco creano percorsi che si perdono all’orizzonte; e improvvisamente la coltre di nebbia è squarciata dai raggi di sole, un sole solo apparentemente freddo e distante, in realtà sa raggiungere il tuo cuore e riscaldare le tue ossa infreddolite in un modo unico, tutto suo.
Nella musica di Wolcensmen c’è fierezza, umiltà, amore per le proprie origini e per il proprio passato: con dolcezza il Nostro descrive una natura armoniosa e al tempo stesso apra, una terra piena di contrasti, di colori solo apparentemente pallidi, di sapori da scoprire pian piano. La chitarra arpeggiata, i fiati, le percussioni, persino gli sporadici synth, tutto è perfettamente bilanciato e fondamentale alla realizzazione del progetto del Nostro. Se cercate dei riferimenti musicali questi possono essere rintracciati nelle primissime produzioni degli Ulver, nei Winterfylleth acustici (Capp è anche un loro membro, e si sente), negli Empyrium.
Un disco fatto di piccole cose, di piccoli gesti, di piccole emozioni e gioie, così come la natura inglese oggetto delle canzoni che lo compongono: una delle sorprese più belle del recente panorama neofolk/pagan. Come un bellissimo quadro Romantico, “Songs from the Fyrgen” bypassa ogni parola e ogni possibile descrizione e arriva direttamente al cuore, conquista e commuove: va solo ascoltato e assaporato con delicatezza e tranquillità.

The Fyre-Bough
https://www.debaser.it/wolcensmen/songs-from-the-fyrgen/recensione

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