
Si alza e rincasa, si mette il pigiama e si corica, aspettando il sonno... Che non tarda ad arrivare, ma che ahimè dura poco. Si risveglia nel cuore della notte, il letto è vuoto ma la televisione in casa fa un gran baccano: è rincasato, e di certo sarà confuso come tutte le sere. Lo va a cercare, gli dice di venire a letto, ma lui le risponde in malo modo, con una voce e un atteggiamento miste tra il drogato, l'alcolizzato e il narcolettico. Poi comincia ad insultarla, chiamando in causa ora la mamma di lei, ora suo padre, dicendo che odia tutti, odia il posto, lamentandosi delle mille malattie che crede di avere e della mancanza di lavoro e di soldi... Tutte paure che lei sa essere infondate, ma che lui tira fuori così, a random, ogni sera, quando è in questo stato. Lei ci ha provato spesso in passato a farlo ragionare ma sempre senza successo: ormai ha perso le speranze, cerca quindi di rispondere a tono ma ha paura, la sua voce trema.
Dopo l'ennesima infamata lui se ne va a letto, lasciandola impalata in cucina, a fissare la televisione accesa, con le lacrime che rigano le sue guance. E' tornata la calma, neppure il tempo di mettersi a letto che lui già russa, incurante di lei e ignaro probabilmente delle cose che le ha detto; fuori i grilli continuano a richiamarsi, mentre lei, il sonno ormai perso, decide di provare a riposare un po' gli stanchi occhi nell'altra camera (ormai divenuta la sua camera), aspettando il nuovo sole, che non farà che riportarla ad una sera identica a quella che sta trascorrendo.
E intanto è invecchiata un po' di più, e ha perso un altro pezzo di sorriso, e un po' di scintillìo dai suoi occhi.
Violence
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